Musica e spazio Quando il MAH risuona

Al Museo d’Arte e di Storia, un programma musicale è offerto durante tutto l’anno. È strutturato intorno a tre assi: l’interpretazione storicamente informata in dialogo con la collezione di strumenti antichi; il contesto culturale di un’opera o di una mostra; e, infine, la musica spazializzata e l’esperienza sonora in relazione all’architettura o alla mostra. Quest’ultimo tema è oggetto di nuovi esperimenti quest’autunno, nella cisterna della Maison Tavel e nella collezione delle Belle Arti.

Una tradizione prende piede

Questa non è la prima esperienza del MAH! Negli ultimi quindici anni sono stati realizzati diversi progetti. Nel 2005, nell’ambito del Festival Archipel, l’Ensemble Contrechamps ha creato Chroma III per ensemble da camera spazializzato della compositrice britannica Rebecca Saunders. La performance, che occupava l’intero scalone monumentale, è stata ripetuta nel 2010 per il centenario del MAH con il nome di Chroma XIII. Nel 2015, la stessa scala ha ospitato l’installazione Loop di Pablo Valbuena, nell’ambito del Mapping Festival, per la quale le barre metalliche che reggevano il tappeto rosso erano state sostituite da campane a tubo. Alla Maison Tavel, nell’ambito di Bâtie – Festival de Genève nel 2012, l’artista franco-svizzero Rudy Décelière ha occupato la cisterna con Autres lieux, un’installazione sonora poetica con monete del papa. Più recentemente, il sassofonista Antoine Chessex e il duo Influut sono stati invitati a prendere ispirazione dalla mostra Walking on Water dell’artista austriaco Jakob Lena Knebl.

Fantasie per tastiere da viaggio

Il 2 e 3 ottobre 2021, la piattaforma di ricerca e creazione Ensemble Vide si impadronirà a sua volta della cisterna della Maison Tavel con una proposta originale: un recital della pianista francese Jeanne Bleuse, su pianoforte verticale, clavicembalo e toy piano. I pezzi scelti ci invitano a viaggiare nel tempo, dal XVIII secolo ai giorni nostri, con diverse prime mondiali, frutto di commissioni di compositori contemporanei. Disposti in cerchio lungo le pareti della cisterna, gli ascoltatori, meno di trenta, circondano il musicista, come in una bolla. La musica sale verso la cupola, rotola lungo le pareti come acqua raccolta in passato, sospendendo il tempo e invitando il pubblico a (ri)scoprire questo spazio insolito, raramente accessibile al pubblico.
Paesaggio di pattini a rotelle
Il 30 settembre, sarà meno una questione di spazializzazione che di vagabondaggio con il compositore e pianista jazz Léo Tardin. Ci invita a un viaggio attraverso la collezione di Beaux-Arts, da una vista del Pâquis a una vista del Pâquis, un luogo a cui è particolarmente affezionato e a cui dedica una delle sue composizioni. Al suono della melodica, come il flautista di Hamelin, conduce il pubblico attraverso la collezione sui suoi pattini a rotelle. Lungo il percorso, ritratti e paesaggi vengono scoperti al suono inebriante di questo strumento popolare, lo spazio delle stanze si materializza in un volume palpabile, poi ai piedi del Monte Bianco, il recital ha luogo…. La “collezione” di Léo Tardin può quindi essere visitata con le orecchie e gli occhi.

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